Continua da What If #3 – Eco dal passato
Episodio III – La Vendetta dei Sith. La storia comincia dopo l’ordine del Cancelliere Palpatine ad Anakin Skywalker di attaccare il tempio Jedi.
Il duello con Mace Windu, Saesee Tin, Kit Fisto e Agen Kolar aveva portato Sheev Palpatine a diventare un essere sfigurato e deforme, preferendo l’utilizzo del mantello con cappuccio abbassato. Aveva un nuovo apprendista e costui era stato inviato al tempio Jedi per distruggerli.
Era preoccupato, però, che alcuni di essi potessero fuggire nei sotterranei e, quindi, serviva un aiuto a Darth Vader.
A distoglierlo dai suoi pensieri entrò una Kaminoana vestita con una lunga tonaca di colore nero e due orecchini di argento che scendevano dai lobi delle orecchie.
– Avevate bisogno, mio padrone? – domandò l’aliena.
– Xuxi, sono soddisfatto tu sia arrivata al momento opportuno. Darth Vader sta per dirigersi al tempio Jedi e temo non riuscirà ad ucciderli tutti, perciò serve un aiuto e penso tu possa fare al caso mio. Osserva quei tre cadaveri! –
Xuxi raggiunse il punto in cui erano presenti i Jedi uccisi da Sidious: Agen Kolar, Kit Fisto e Saesee Tin. Palpatine arrivò al capezzale della donna e le appoggiò la mano destra sulla spalla sinistra.
– Riportali in vita. Quando saranno risuscitati li torturerò affinché non ricordino chi fossero. Gli Jedi smarriti, nel vederli, correranno da loro ma verranno sorpresi e freddati. Attendo risultati immediati! – disse Palpatine, voltando le spalle alla Kaminoana.

Il Tempio era sotto attacco: le fiamme erano vigorose, i corpi ovunque l’occhio guardasse e un gruppo di Jedi, formato da Kazdan Paratus, Shaak Ti con l’apprendista Maris Brood, Kento Marek e Sha Koon, si stava dirigendo verso i bassifondi del Tempio, alla ricerca di un passaggio che li potesse portare nel sottomondo e trovare una nave per fuggire da Coruscant.
Stavano alla sinistra della grande scalinata, da dove arrivò la legione di cloni.
– Mai avrei pensato che i cloni ci attaccassero! – disse Shaak Ti.
Kento Marek si guardò attorno.
– Via libera! Non sembrano esserci più cloni! – disse.
Salirono sulla scalinata e l’attraversarono, ma con somma sorpresa una Cannoniera passò sopra le loro teste e, a bordo, stavano dieci cloni della 501esima legione.
Aprirono il fuoco e gli Jedi dovettero difendersi e indietreggiare.
– Copritemi! – disse Kazdan.
Lo Jedi si mosse verso destra con velocità , sfruttando la sua armatura che gli permetteva di allungarsi, e lanciò la spada a doppia lama in direzione della Cannoniera, colpendola proprio nel punto in cui stava il pilota.
Il veicolo, a quel punto, cominciò a perdere il controllo e a roteare, causando anche la caduta a terra dei cloni posti su di esso, fino a quando la Cannoniera si schiantò a terra, causando una forte esplosione.
Paratus fece in modo che la sua spada tornasse a sé e, nel mentre, Shaak Ti aveva visto l’ingresso per la fuga.
– È laggiù! – disse la maestra.
Tenendo le lame accese corsero in direzione di quell’ingresso ma, per loro sfortuna, un’altra Cannoniera era sulle loro tracce. Corsero più in fretta che poterono e riuscirono ad entrare. Subito dopo dal veicolo nemico vennero lanciati due missili che causarono il crollo dell’entrata e i Jedi dentro furono travolti dal caos.
Maris Brood fu la prima che riuscì a rialzarsi e cercò di svegliare i compagni di fuga.
– Maestri! Maestri! – disse la giovane Zabrak.
Il primo a sentire quel grido fu Kento Marek, seguito dagli altri.
Dinanzi a loro c’erano delle scale in muratura verso il basso che portavano chissà dove.
– Sanno che siamo qui sotto e ci daranno sicuramente la caccia! – disse Paratus.
– Dobbiamo seguire questa via e uscire il prima possibile. Credo si occuperanno dei piani superiori anziché dei sotterranei, ma dobbiamo essere svelti. Muoviamoci! – disse Sha Koon, la nipote di Plo.
La Cannoniera che aveva sparato i missili venne raggiunta da un’altra Cannoniera con i portelloni laterali chiusi.
Atterrò e si aprì solo un portellone da cui scesero tre esseri dal mantello nero.
Raggiunsero il punto in cui si era verificato il crollo e alzarono i cappucci: erano Agen Kolar, Kit Fisto e Saesee Tin.
Tirarono fuori le else ed emanarono le lame. Dopodiché, si mossero per aprirsi un varco e raggiungere i fuggitivi.