Continua da: What If #1 – Ventress in azione
L’assassina piegò le gambe, mise le spade laser alla vita e utilizzò la forza per darsi più spinta, raggiungendo la posizione sopraelevata. In un batter d’occhio, prese le spada laser, si aggrappò ai due Mandaloriani e colpì i jet-pack con le lame. A quel punto i due cominciarono a roteare senza controllo e Ventress, che stava cadendo, sembrò soddisfatta.
Eseguì una capriola verso sinistra e poté atterrare sul terreno roccioso, cosa che, in qualche modo, fecero anche i due Mandaloriani. Ventress agì in pochi secondi: lanciò le sue due spade che staccarono di netto le teste ai due avversari.
Alle sue spalle un Gamorreano stava per conficcarle l’ascia nella schiena ma non si accorse della presenza, ancora più indietro, di un super droide da battaglia che sparò diversi colpi e lo uccise. L’assassina, soddisfatta, rivolse un sorriso al droide e vide, a circa trenta metri, le guardie di Jabba The Hutt soccombere sotto gli attacchi separatisti.
Riprese con la Forza le spade e le rimise alla vita. Poi attese che i droidi si riunissero e marciarono verso l’entrata al Palazzo di Jabba.
Arrivati dinanzi all’entrata la porta si aprì ed uscì un droide protocollare di colore azzurro.
– Sono qui per accompagnarti dal magnifico e potentissimo Jabba, il quale ti proporrà un accordo ma chiede che tu venga da sola, senza droidi! –
Ventress annuì e fece cenno ai droidi di non seguirla. A quel puntò avanzò ed entrò nel Palazzo, dirigendosi verso la stanza di Jabba.
Messasi di fronte al boss del crimine, intento a ingozzarsi e con accanto una Twi’Lek, disse alcune cose che prontamente il droide protocollare tradusse.
– Jabba ammette la sconfitta e chiede la resa e la proposta di alleanza con i Separatisti per battere la Repubblica. –
– Sei arrendevole e, sinceramente, non so se crederti! Come i miei droidi hanno ucciso le tue guardie e io i tuoi due Mandaloriani, non ci metto molto a decapitarti. E, comunque, ricordati che il Conte Dooku può attaccarti quando vuole, anche seduta stante! –
Jabba rise di gusto e parlò per circa un minuto.
– Il mio padrone conosce la potenza separatista e sa che mettersi in guerra contro il potente Dooku non è una buona idea; perciò, riconosce la propria sconfitta e chiede alleanza! – disse il droide.
Ventress sorrise soddisfatta e annuì, facendo un chino dinanzi al potente boss del crimine. Fece per andarsene quando egli esclamò altre cose.
– Ci hai ripensato? – domandò Ventress, tenendo le mani appoggiate alle else.
– Il Magnifico Jabba chiede se non avete incontrato il jedi di Tatooine e comprende che se sei qui è perché non è nei paraggi! –
Ventress se ne andò, non dando importanza a quelle parole. A circa dieci metri dalla porta arrivò una chiamata: era Dooku. Comparve l’ologramma del leader separatista che disse:
– Jabba si è arreso? –
Missione compiuta, mio signore, ma c’è una cosa che non mi convince: parla di un jedi presente su Tatooine … –
La porta si aprì e poté rivedere il sole, ma con sommo stupore notò che tutti i droidi erano stati annientati. L’ingresso si richiuse e dalla sinistra di Ventress spuntò fuori un assalitore dagli abiti logori e a volto scoperto, che attaccò l’assassina con la spada laser a lama verde.
Per difendersi perse il supporto olografico e Dooku provò a chiamare la sua apprendista, senza successo. Seduto su uno scranno nella sua stanza privata all’interno del palazzo di Serenno, osservò Ventress venire assalita.
Lo stile di combattimento gli ricordava qualcuno e per quella ragione s’alzò e restò in piedi fino a quando non poté assistere all’interruzione delle comunicazioni.
Si grattò il mento e rifletté.
Alla console digitò vari tasti e attese dieci secondi fino a quando non comparì l’ologramma di Darth Sidious, il suo maestro.
– Lord Tyranus! – disse il signore dei Sith.