Continua da: What If #9 – La Battaglia tra i Mondi – Parte 1
Le truppe Separatiste si stavano avvicinando alla spiaggia di Kashyyyk, ove ad attenderli c’erano le forze difensive della Repubblica e i Guerrieri Wookie.
A’Sharad Hett si trovava all’imbocco di una caverna su una montagna, e osservava, da chilometri di distanza, l’avanzare nemico.
– Il Maestro Yoda non era l’unico Jedi qui presente. Anche la Maestra Luminara Unduli era su questo pianeta, prima che le cose precipitassero. – L’ex Jedi sospirò.
Daxak si palesò alle sue spalle, cercando di rincuorarlo.
– Gli eventi di questo tipo non possono essere cambiati. Tutto ciò che è successo era già stato scritto e noi non siamo altro che sassolini di fronte ad un mare impetuoso. –
All’improvviso la montagna vibrò.
-Dobbiamo andarcene! – esclamò Daxak.
Hett si lasciò alle spalle quella vista e seguì la donna verso un sentiero.
– Non così in fretta! – disse una voce alle loro spalle.
I due si fermarono, si voltarono e videro Lars Bronnax con le gambe piegate sul punto più esposto della caverna ove stavano.
– Mia sorella è sempre stata una bugiarda e le va riconosciuto il talento di mentire: il passato si può cambiare! –
Daxak scagliò i fulmini della Forza, che Lars parò con la spada rossa.
– Tu puoi cambiare tutto questo, A’Sharad! Non seguirla ed unisciti alla mia battaglia! –
– Non ascoltarlo, A’Sharad! – disse la donna.
L’ex Jedi osservava sia la donna che suo fratello, dubbioso su cosa fare.
Nel frattempo, su Mustafar, Darth Maul e Qui-Gon Jinn avevano raggiunto una struttura dopo aver sentito degli allarmi provenire da essa.
Arrivati all’ingresso principale, proseguirono per il corridoio e notarono che la sala di controllo era un po’ troppo silenziosa, considerando che tutti gli strumenti erano regolarmente illuminati.
Decisero di entrarvi e davanti a loro apparve uno spettacolo alquanto inaspettato: un numero imprecisato di corpi giaceva senza vita sul pavimento.
I due osservarono per bene la scena del delitto e riconobbero nitidamente una delle vittime. Entrambi vi si avvicinarono.
– Nute Gunray, Viceré della Federazione dei Mercanti… – disse Qui-Gon.
– … e membro del Consiglio Separatista! – aggiunse Maul.
Sugli schermi alla loro sinistra notarono due figure armate di spade laser che duellavano.
– Kenobi! – disse Maul.
Qui-Gon fu preso da un sussulto nel sentire il nome del suo vecchio apprendista e si avvicinò alla proiezione. Osservò i duellanti e in un primo momento non capì chi stesse combattendo contro Obi–Wan. Gli venne in aiuto Maul.
– Kenobi sta affrontando il suo apprendista Skywalker … –
Qui-Gon era incredulo: colui che aveva perso tra le braccia era sopravvissuto, addestrato da Obi-Wan ma era quello il suo destino? Realizzò che, nel suo tempo, la morte di Anakin non avrebbe portato quest’ultimo ad affrontare il proprio maestro.
– E poi che succede, Maul? –
– Da dove vengo io, Skywalker è la chiave per portare la Galassia nell’oscurità e Palpatine è a capo di un Impero sterminato. Milioni moriranno, chi si opporrà perderà la vita. –
– Devo ucciderlo prima che possa portare altro male! – disse Qui-Gon.
Maul sorrise all’idea ma il piano venne immediatamente fermato: due spade laser, una di colore rosso e una di colore blu, squarciarono un muro della sala controllo.
– Bronnax! – disse Maul.
L’apertura circolare nel muro venne divisa in tanti pezzi e questi vennero lanciati contro Maul e Qui-Gon, creando una tempesta. I due pararono i colpi a fatica.
Nel frattempo su Kashyyyk, A’Sharad decise cosa fare: preso dalla possibilità di cambiare le cose, con una mossa fulminea mozzò la mano di Daxak, la stessa che sparava fulmini. La donna, colta alla sprovvista, urlò dal dolore e si gettò a terra.
Lars Bronnax raggiunse Hett con un volto alquanto rilassato.
– Tu hai capito l’essenza di ciò che posso dare! Inchinati al mio cospetto! –
In un primo momento A’Sharad Hett non sembrò propenso ad inchinarsi. Lars, allora, continuò:
– Se giuri fedeltà a me, ti darò la possibilità di rivedere tuo padre Sharad e impedire la sua morte per mano di Aurra Sing! –
Hett rimase colpito dal fatto che conoscesse ciò che era successo al padre e si convinse della generosa proposta, inchinandosi.
– Hai commesso il più grave dei tuoi errori! – disse Daxak, stesa a terra.
Lars conficcò con ferocia la spada rossa nella gola di A’Sharad mentre questo era inginocchiato ai suoi piedi, per poi colpirlo con un calcio e spingerlo a terra.
– Era un essere potente nella Forza e un giorno sarebbe diventato Darth Krayt, il male. Ancora una volta ho salvato la Galassia. Vero, sorella? – disse sprezzante.
Si avvicinò a Daxak, rivolse la lama verso il basso pronto a colpirla, ma con un ultimo impeto ella s’alzò, lo strinse a sé e creò un vortice dal quale entrambi furono attratti.
All’interno della sala del controllo su Mustafar, si aprì un vortice dal quale uscì, però, solamente Daxak, la quale rotolò per diversi metri raggiungendo, involontariamente, Qui-Gon Jinn.
Dal varco nel muro, invece, avanzò Lars Bronnax con le spade in pugno.
– Ne ho abbastanza di voi! I vostri tre compagni su Coruscant sono stati facili da eliminare mentre Hett è stato convinto dalle mie buone parole. Quanto è stato stupido! –
Maul fece un balzo in avanti, sferrando diversi attacchi uno dopo l’altro, senza successo; lo zabrak, preso dalla più bieca ferocia, sembrava un androide.
Qui-Gon rimase fermo, immobile, indeciso se interferire nel duello tra Anakin e Obi-Wan.
Daxak, ai suoi piedi, intuì il conflitto interiore dell’ex maestro Jedi e perciò gli parlò.
– Niente e nessuno può interferire col passato! Ciò che è destinato ad accadere accadrà. Noi siamo solo delle pedine in un disegno più grande. Il nemico è Lars, Qui-Gon. Aiuta Maul e salverai molte più vite di quelle che tu osi immaginare! –
Nella sua mente balenarono pensieri e possibilità. E se Anakin fosse sempre stato destinato a quello che, secondo le parole di Maul, è destinato a compiere? E se nel suo tempo costui, morto tra le sue braccia, porterà un altro tipo di male? E se avesse lasciato Lars vincere che sarebbe successo? In preda alla sua mente, decise di attaccare Lars Bronnax, come se fosse l’unico modo per scacciare via tutti quei pensieri.
Gli attacchi suoi e di Maul resero Lars Bronnax vulnerabile ma, ad un certo punto, questo spinse via i duellanti ai lati della stanza. Sogghignò.
I due non si fecero nessun problema nell’attaccare di nuovo ma li spinse di nuovo via e, una volta a terra, rivolse loro i fulmini della Forza.
Daxak, ancora a terra, provò ad alzarsi: era molto affaticata, visto il sangue che aveva perso e che non riusciva a fermare in alcun modo. Notò, lì vicino, una spada laser: doveva essere quella di A’Sharad, forse arrivata con loro durante il passaggio tra i mondi.
In quelle condizioni, però, non sarebbe riuscita a combattere efficacemente con la spada laser e perciò le venne un’idea: doveva creare una copia di sé stessa che avrebbe dovuto palesarsi alle spalle del fratello, senza che quest’ultimo se ne accorgesse.
Daxak si alzò e guardò il fratello, tenendosi il polso sinistro con dolore.
Lars smise di colpire i suoi nemici.
– Hai qualcosa da dire sorella? Hai radunato queste povere vittime e ormai sono quasi tutte morte. Qualcuno ti ha manipolato mettendoti in testa questa spasmodica ricerca per abbattermi ma io, io, sono il destino e ciò non si può fermare!
– Avrei dovuto ucciderti quando eravamo bambini, orfani portati su Korriban per essere addestrati dai Sith. Mi pento di non averlo fatto lì! –
Maul e Qui-Gon si ripreso e attaccarono di nuovo Lars Bronnax; Daxak restò a fissarlo e, ad un certo punto, chiuse gli occhi.
Lars allontanò nuovamente i suoi nemici ma commise l’errore di non accorgersi che alle spalle c’era una copia di Daxak, armata di spada laser rossa.
Si voltò e non riuscì a fermare l’attacco, venendo trapassato in pieno stomaco. Le spade laser caddero a terra, perse l’equilibrio e batté le ginocchia sul terreno.
In quel momento sia Maul che Qui-Gon lo trafissero, colpendolo ai lati. Dalla bocca di Lars uscì il sangue e guardò Daxak; poi, chiudendo gli occhi, cadde in avanti.
Qui-Gon diede subito un occhio al proiettore olografico e vide Obi-Wan e Anakin su un ponte, uno di fronte all’altro.
Daxak lo avvicinò a sé.
– Dai peggiori finali nascono i migliori inizi. È giunta l’ora che tu possa tornare al tuo tempo! –
Creò due vortici dedicati ai suoi compagni.
– Tornerete nelle vostre ere: vi sono grata per ciò che avete fatto. –
I due vi entrarono, sparendo alla vista della donna.
Poco dopo, Daxak sollevò da terra il corpo del fratello con l’uso della Forza e lo portò all’esterno, tenendolo sospeso nel vuoto.
Con la mano che le era rimasta osservò per l’ultima volta il sangue del suo sangue. Dopodiché lo lasciò cadere nella lava incandescente.
Fine