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The Mandalorian 3: La recensione

da Mag 9, 2023Lo Spazioporto Galattico

Dank farrik, come vola il tempo! A distanza di tre anni siamo già arrivati alla terza stagione di The Mandalorian. Voi l’avete vista? Vi è piaciuta?

Cosa c’è da sapere, invece, per chi ancora non ha avuto modo di metterci mano? Il nostro Din Djarin, nella seconda stagione, si è tolto l’elmo. Il Credo è infranto e ora tocca l’esilio. È tempo di rimboccarsi le maniche e partire per un pericolosissimo viaggio alla ricerca della redenzione. Ad accompagnarlo ci saranno, naturalmente, il piccolo Grogu e Bo-Katan, decisa a rischiare tutto pur di riprendersi il tanto amato Mandalore.

A me è piaciuta? Sì e no. Mi spiego meglio: se una piccola parte di sottotrame si è risolta in modo eccezionale, l’altra lascia una voragine piena di dubbi. Naturalmente era previsto, ma non come mi sarei aspettato.
A proposito: se non avete ancora votato questa stagione sul nostro sito, fatelo subito (link)!

Ora scendiamo nel dettaglio. Come sempre, allerta spoiler! Leggete a vostro rischio e pericolo.

Mando e Grogu di nuovo insieme

Una famiglia felice

Il mio interesse principale era vedere come avrebbero gestito il problema della redenzione di Mando, nonché l’evoluzione del suo rapporto con Grogu (ricordiamo che in The Book of Boba Fett ha rinunciato agli insegnamenti di Luke per stare con lui). Mando raggiunge le Miniere di Mandalore e si ravvede immergendosi nelle Acque Vive. E il Mitosauro? Sì, c’è anche il Mitosauro, e per quel poco che si è visto, sembrava molto figo. Un vero peccato che non abbia avuto più spazio, sarebbe stato bello un approfondimento sulla parte storica e mistica del pianeta.
Grogu, invece? Il piccolo, che secondo me è stato lasciato un po’ troppo in disparte, comincia piano piano a padroneggiare i suoi poteri, tanto che nell’ultimo episodio riesce a salvare tutti da un’esplosione… usando la Forza. Infine si fa adottare da Mando e diventa ufficialmente suo apprendista. Per sempre felici e contenti.

La nuova Repubblica

Uno degli episodi che ho apprezzato di più è senz’altro Il convertito, ossia il terzo, in cui possiamo dare uno sguardo alle fondamenta della Nuova Repubblica e al Programma Amnistia riservato agli ex-Imperiali; tra questi ci sono il dottor Pershing ed Elia Kane, due nostre vecchie conoscenze. Quest’ultima è sicuramente il nodo centrale di tutto l’episodio; dopo averlo aiutato a recuperare il materiale per continuare la ricerca sulla clonazione, che è stata messa al bando, tradisce il dottore e lo lascia nelle mani della Nuova Repubblica. Non sarà mica in combutta con un certo Moff? Al povero dottore viene cancellata la memoria con un dispositivo (che, però, viene manomesso dalla stessa Elia). È probabile che sarà ridotto ad una specie di ameba, quindi si suppone che sarà difficile rivederlo ancora.

Il ritorno di Moff Gideon

Moff Gideon indossa la nuova armatura in beskar

Il ritorno di Moff Gideon (e l’annuncio dell’arrivo di Thrawn) apre le porte ad una domanda fondamentale: hanno finalmente trovato un modo per collegare la serie con la trilogia sequel? Purtroppo la risposta non è così semplice perchè ci tocca (di nuovo) aspettare. Parliamo del Progetto Negromante; da quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi due episodi si tratterebbe di un ambizioso tentativo di ristabilire l’ordine… o magari un Primo Ordine? Assistiamo, infatti, alla rivelazione di una carrellata di Cloni dalle fattezze di Gideon e le Guardie Pretoriane. Un altro possibile indizio sta nel fatto che è presente un certo Comandante Hux: vi suona familiare? Alla fine della stagione Gideon ci saluta… ma chi dice che non si trattasse lui stesso di un Clone? Anche perché nelle prime due aveva i baffi e qui no. In più i Cloni sono tutti senza baffi… la cosa puzza un po’. Quasi sicuramente ci saremmo tutti aspettati quelli di Snoke… niente da fare, ahimè.

Mandaloriani uniti?

Non poteva mancare Bo-Katan all’appello. Nonostante la sua presenza non lasci mai a desiderare, il suo sviluppo è quello che ho apprezzato di meno. Perché? Perché sostanzialmente si limita a ripetere dobbiamo riprenderci Mandalore per metà della stagione, senza arrivare ad una conclusione effettiva. Sembra, piuttosto, che abbiano usato questa scusa per allungare il brodo, mettendoci in mezzo una buona dose di battibecchi e invettive tra le due fazioni (chi segue il Credo, cioè chi non può togliersi l’elmo, e chi no, per intenderci).
L’unica cosa concreta che Bo-Katan riesce a ottenere è la Spada Oscura, anche se non mi è piaciuto tanto il come: Mando rivela di aver perso la Spada nelle miniere, durante un duello con una creatura cyborg. Lei, però, lo ha salvato e quindi, per proprietà transitiva, la Spada sarebbe spettata a lei. Un escamotage leggermente frettoloso ma che funziona… forse. Come tutte le cose belle, però, anche quest’arma preziosa è destinata a durare molto poco: durante lo scontro con Gideon, nell’ultimo episodio, la Spada viene distrutta.

Concludendo…

Tiriamo insieme le somme: come già detto, quest’ultimo lavoro di Jon Favreau mi è piaciuto come non mi è piaciuto. Avrei voluto vedere più sostanza, invece mi è parso che molte cose siano state realizzate sotto la falsa riga di The Book of Boba Fett, in cui i protagonisti (tante, fin troppe volte) finiscono per perdersi in una scrittura decisamente pigra e non consistente. Nonostante siamo molto lontani dall’epicità delle prime due stagioni, soprattutto la seconda, si lascia tranquillamente guardare.

Voi cosa ne pensate? Ditemi la vostra.

Questa è la via.

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