C’è poco da fare, dal 1977 Star Wars si riconferma ogni anno che passa la più grande saga cinematografica di tutti i tempi, condividendo il podio con leggende come Il Signore degli Anelli e Indiana Jones. Vi sono molteplici fattori che le hanno permesso di mantenere salda la corona: i personaggi iconici, la colonna sonora intramontabile, la trama dinamica, le ambientazioni suggestive, …e più di tutti, i suoni.
“I registi iniziarono a sperimentare con gli effetti speciali non appena furono inventati i film. La storia degli effetti speciali è la storia dei film stessi“
Ben Burtt
Lucasfilm, Lucasarts e tutte le sue divisioni commerciali sorte negli anni sono letteralmente delle pietre miliari dell’industria del cinema. Tra queste, la Skywalker Sound, una divisione della Lucasfilm stessa, fondata nel 1975 e addetta alla creazione e alla cura degli effetti speciali.
Debutta due anni dopo con Una nuova speranza, e il suo lavoro fu talmente all’avanguardia da meritare un riconoscimento degli Academy Awards tutto suo, dal momento che la categoria “Miglior Montaggio Sonoro” ancora non esisteva. Premio che naturalmente vinse ogni anno a venire, introducendo la Skywalker Sound nell’Olimpo della settima arte e soprattutto aprendo alla collaborazione con i maggiori produttori e registi per la realizzazione dei suoni più famosi della storia del cinema stesso: la frusta di Indiana Jones, il ruggito del T-Rex di Jurassic Park, l’apertura delle ali di Buzz Lightyear.
Pixar, Disney, Marvel, Warner Bros, videogiochi, hanno tutti potuto contare sulla creatività e l’efficienza della Skywalker Sound (gli occhi più attenti avranno certamente avvistato il suo logo in decine di titoli di coda).
Ora basta storia. Vi siete mai chiesti come abbiano creato il respiro metallico di Darth Vader? O il ruggito dei caccia TIE? Ebbene, se esiste l’Olimpo del cinema, Ben Burtt non può che essere il dio Efesto. La sua mente geniale ha infatti partorito niente meno che il ronzio delle spade laser: un proiettore cinematografico combinato con le interferenze di un televisore a tubo catodico difettoso, meglio di MacGyver!
E il respiro di Vader? Senza nulla togliere alla performance di James Earl Jones (che anzi, bisogna ringraziare se il Signore dei Sith ha una voce alla portata del suo aspetto), egli condivide la riuscita del personaggio con la scelta di Burtt di abbinare la voce profonda di Jones al respiro dello stesso Burtt in un respiratore subacqueo.
Burtt non ha studiato soltanto la meccanica che lo circondava ma anche gli animali: pensate infatti che per creare il ruggito dei caccia TIE si è prima ispirato alle sirene degli Stuka tedeschi (altro suono iconico del cinema), cercando un suono intimidatorio, scegliendo poi di unire il barrito di un elefante al passaggio degli pneumatici sull’asfalto bagnato: geniale. Sempre restando sui TIE che tanto hanno affascinato i fan della trilogia originale, gli spari sono creati usando suoni di repertorio dei lanciarazzi Nebelwerfwer.
Cambiando schieramento, la “voce” di R2D2 nasce sempre dalla sua mente geniale quasi per caso, mentre stava giocando con gli effetti di un sintetizzatore digitale (vi immaginate se R2 avesse parlato autonomamente e non attraverso le sintesi di C3PO? Sarebbe certamente andato d’accordo con Han Solo), mentre la maggior parte degli spari dei blaster sono creati, pensate, colpendo i cavi di ancoraggio di un’antenna radio con un martello.
Una delle scene più sottovalutate dell’intera saga ha richiesto per assurdo più tempo e cura nella sua realizzazione: la corsa degli sgusci; i boati e i ruggiti dei bolidi di Tatooine sono stati resi possibili grazie alla coniugazione dei suoni più disparati: auto da corsa e Formula, eliche e motori navali, rotori di elicotteri, vecchi aerei da guerra, e… spazzolini elettrici.
Si potrebbe andare avanti delle ore a parlare delle sue creazioni, chiudiamo quindi con due esempi celebri: il “Wilhelm Scream” che pur non essendo farina del suo sacco (L’indiana Bianca, 1953, Warner Bros) ha comunque rivisitato e adottato come proprio fin dal 1977, e la bomba sismica; Burtt ha impiegato un vecchio trucco per la sua realizzazione: il silenzio. Grazie anche alla fiducia concessa da Lucas stesso, Burtt ha richiesto che nella scena dell’inseguimento nel campo di asteroidi tra Jango Fett e Kenobi non suonasse l’orchestra proprio per accentuare quel secondo di silenzio tra la detonazione e l’esplosione, proprio come un’esplosione vera (il suono è infatti stato creato rallentando e sintetizzando il suono di un’esplosione di repertorio). Come se Jango Fett e la Slave I non fossero già abbastanza “bad-ass”…
Conoscevate anche voi alcune di queste curiosità? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonti:
- starwarsfandom.com
- swx.it
- “Sound Design of Star Wars” (Sven E. Carlsson, 2018)
- wikipedia.org
- azquotes.com
- “Ben Burtt Biography” (filmreference.com, 2008)
- badtaste.it
- “Behind the scenes at Lucasfilm’s Skywalker Sound” (articolo, Michal Lev-Ram, 2015)