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Star Wars Ad Interim: Fine di Lars

da Giu 3, 2023Lo Spazioporto Galattico

La Principessa Leia è stata catturata! Darth Vader ha intenzione di interrogarla per scoprire di più sulla base segreta dei Ribelli, in modo da eliminarli in un colpo solo. L’Impero sembra ormai vicino al trionfo…

Su Tatooine, R2-D2 e C-3PO sono finiti nelle mani di un giovane contadino: Luke Skywalker. Insieme al ragazzo, i due droidi attraversano le Distese di Jundland, nella speranza di trovare il vecchio Ben Kenobi.

Ma l’Impero è in agguato. Seguendo le tracce lasciate dal guscio di salvataggio, una squadra di Assaltatori ha già intercettato e sterminato un gruppo di Jawa, i primi ad essere entrati in contatto con i due droidi…

Luke osserva il tramonto dei due Soli

Avevano fatto scempio di quelle povere creature. Erano in otto. Otto corpi senza vita. Non avevano armi, non avrebbero potuto fare nulla. Tipico di un Jawa, preferire la morte al ricatto. Erano testardi. Primitivi, forse. Ma coraggiosi. E uniti.

I soldati uscirono fuori dal Sandcrawler. Sembrava una grossa barca cingolata. Era enorme, mastodontico. Non passava inosservato, questo era certo. C’erano pezzi di ricambio e tracce di cibo sul pavimento. Dovevano essersi appena rifocillati. Le reclute si misero sull’attenti, perfettamente sincronizzati.

– Signore, questo era l’ultimo. Non ne è rimasto nessuno. – TK-17 parlò per primo, indicando ciò che restava dell’ultima vittima.

– Meglio così. Hanno detto qualcosa? – chiese il comandante.

– No, signore. Ma sul loro registro c’è una transazione che risale a ieri mattina: un’unità R2 e un protocollare di serie 3PO. Devono essere loro. Il compratore si chiama Lars. Qui dice che abita dove cominciano le distese. A sei miglia da qui, circa. –

– Bene. Frugate attentamente, prendete quello che trovate. Poi ci spostiamo ad est. –

– Sì, signore! – esclamarono all’unisono.

Il Dewback iniziò a dimenarsi. Atterrò TK-19 con una testata. Lo scaraventò lontano quasi cinque metri. La sua specie è molto docile, di norma. Ma era molto impaurito. Il comandante non esitò a tirare fuori il blaster e puntarglielo dritto alla gola. In fondo cosa gli importava? La violenza era all’ordine del giorno. Qualunque soldato veniva prelevato fin dalla nascita. Strappato da una famiglia che mai avrebbe conosciuto. Plasmato dalla paura. Educato a fare una cosa, e una soltanto: eseguire gli ordini. Tra loro, però, c’era chi aveva una scintilla di umanità.

– Signore, che sta facendo? Non lo vede che è spaventato? – gridò TK-16.

– Ha la sicura, idiota! Ma secondo te come fa a saperlo? Ah-ah! –

Il comandante non si faceva mai scrupoli ad imporsi con prepotenza. Era noto per la sua innata crudeltà e aveva un senso dell’umorismo piuttosto macabro. Abbassò il blaster e aiutò TK-19 a rialzarsi. Poi gli prese il braccio e lo strinse con forza.

– È meglio che tieni a bada quel coso, o finirai con la testa sotto la sabbia! Sono stato chiaro? –

TK-19 non osò aprire bocca. Stava ancora tremando, come una foglia al vento.

– SONO STATO CHIARO?! –

– Sì, signore. Chiedo scusa, signore… –

– Allora chiudi la bocca e riporta le chiappe in sella. – fissò gli altri per qualche secondo, poi gridò con fermezza.

– Voialtri, datevi una mossa. Si riprende! –

Erano le dieci. Il caldo era soffocante. Non tirava nemmeno un soffio di vento. Nonostante ciò, proseguirono senza indugiare. Ci vollero due ore, circa, prima di raggiungere l’inizio delle distese. Durante il viaggio si chiacchierò molto, specialmente di speeder e giochi da tavolo. Quelle erano le uniche distrazioni che un soldato poteva permettersi. Ma, ad un certo punto, calò un silenzio agghiacciante: il comandante pronunciò una frase del tutto inaspettata.

– Voi sapete qualcosa dell’Imperatore? – fece gelare il sangue all’intera pattuglia.

– Signore… non dovremmo parlare di questo. – rispose TK-18, inquieto.

– Lo so, è solo che… sono curioso. Qualcuno l’ha mai visto in faccia? –

– Con il dovuto rispetto, signore, io so di certe storie. – nonostante i rimproveri, TK-19 ebbe il coraggio di parlare. Poi continuò.

– Dicono che sia sfigurato. E che abbia qualche… strano, mistico potere. Ha orchestrato un complotto per distruggere gli Jedi. –

– Gli Jedi? Quella sottospecie di eremiti che spostano le cose con la mente? Ma fammi il piacere! È solo una montatura per spaventaci, niente di più. –

– Pare che fosse coinvolto anche Lord Vader. Sapete una cosa? A me fa più paura lui! –

– Ben detto, amico… quello mi mette i brividi. Una volta l’ho visto strangolare un ufficiale senza muovere un dito. Roba da non credere! –

Il dibattito li accompagnò per il resto del viaggio. Finché, in lontananza, scorsero un piccolo rifugio. Due persone erano sedute lì fuori. Un uomo e una donna. Dovevano essere i Lars.

– Laggiù! Prendeteli! – il comandante diede subito l’ordine.

Si girarono in un lampo. Beru si mise alle spalle di Owen.

– Vai dentro, Beru. Ci penso io! – gridò Owen.

La donna non fece in tempo ad afferrare il fucile. La bloccarono in due. Il comandante ferì Owen in pieno viso.

– I droidi! Sappiamo che li avete voi! Dove sono? –

Owen tirò su lo sguardo. Aveva un taglio sul labbro. Non sembrava aver accusato il colpo. Fissò attentamente il casco del comandante, senza dire una parola.

– Conosci le regole: o parli, o sei morto! –

Owen capì che era finita. Ma non gli importava. Luke era lontano, al sicuro. Non lo avrebbero mai trovato. In quel momento, un dolce ricordo si accese. Un bambino. Una morbida coperta bianca. Un tramonto. Una famiglia. Una nuova speranza. Sapeva, in cuor suo, che il vecchio Ben Kenobi lo avrebbe protetto con la vita. Avrebbe vegliato su di lui, come fin dal principio.

– Andate al diavolo! –

– Molto bene, hai scelto la parte sbagliata. Sarai un esempio per tutti! – partì uno sparo. Il comandante lo prese allo stomaco. Owen si accasciò a terra. Ma non era morto. Respirava ancora.

– Brutti bastardi! – Beru scoppiò in lacrime.

Owen riuscì, con un ultimo sforzo, a guardarla negli occhi.

– Ti amo, Beru… – le sussurrò dolcemente. Partì il secondo colpo. Si spense.

Il comandante si chinò verso Beru.

– Guardalo bene. Ecco quello che succede quando cerchi di fare l’eroe. – fulminò anche lei, senza darle pietà.

Dopo molti secondi, TK-18 ruppe il silenzio.

– Amico! Era proprio necessario? –

– Sei pagato per sparare, non per parlare. O preferisci unirti a loro? – gli puntò il blaster addosso, senza pudore.

– Ehi, ehi! Datevi una calmata! Recluta, rimettiti in fila. Non combinare guai. – disse TK-17, con qualche incertezza.

Il comandante ordinò di setacciare il rifugio.

– Perlustrate questa topaia, da cima a fondo. Tu, prendi quell’affare e informa Lord Vader. – si girò verso TK-19, indicando il suo proiettore.

– Io, signore? –

– Esatto, tu. Qualcosa da obiettare? –

– No, signore… subito, signore. –

Corse fuori dal rifugio, ansimando. Era stato appena reclutato. Non avrebbe mai immaginato di vedere un simile orrore. Non in un giorno solo, almeno. Forse non si rendeva conto della realtà che lo circondava. Ma non aveva altra scelta. Doveva ubbidire. Prese il proiettore e, improvvisamente, una figura prese forma. Un tempismo impeccabile, come se avesse previsto tutto, in qualche modo. Era Darth Vader.

– Lord Vader. –

– Avete trovato i droidi? –

– No, signore. Abbiamo trovato i proprietari. Ma non hanno voluto… ecco… collaborare. Sono morti. –

– Non importa. Staranno cercando un aggancio. Raggiungete il porto spaziale, interrogate chiunque si trovi lì. –

– Milord… e i corpi? –

Vader respirò profondamente. Poi scandì molto bene le parole.

– Bruciateli. Che non ne rimanga niente. –

– Ma… mio signore… – tentennò, finchè non venne interrotto.

– O ritieni che dovrei intervenire personalmente? –

– No, signore… agli ordini. –


Gli altri episodi di Star Wars Ad Interim:

Star Wars Ad Interim – Il prescelto
Star Wars Ad Interim – Il maestro

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